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NEUROMARKETING E COMUNICAZIONE DIGITALE, LE NEUROSCIENZE APPLICATE.

La Comunicazione Digitale e il Neuromarketing.

L’obiettivo della comunicazione e del marketing è, da sempre, arrivare all’interlocutore finale, al CONSUMATORE del nostro prodotto/servizio, come si evolvono il linguaggio e l\’approccio alla comunicazione con l\’avvento del neuromarketing.

Nell’ultimo decennio e sempre di più, quando si parla di web marketing si parla di neuroscienze e di comunicazione persuasiva che oggi coinvolge tutti gli aspetti della comunicazione web dal copy-writing alla grafica, dalla produzione di video alla scrittura social o qualsivoglia arte della comunicazione strategica aziendale, tutto si riconduce ad un unico obiettivo: parlare la lingua del nostro interlocutore ed ottenerne le reazioni desiderate!

Ad esempio, un acquisto, un’iscrizione, l’utilizzo di un servizio.

Il neurolinguaggio oggi ci aiuta in questo processo di trasferimento del messaggio da noi all’interlocutore desiderato. Il neuromarketing, argomento di tendenza degli ultimi anni, soprattutto per le attività di web-marketing, non è altro che l’applicazione dei risultati degli studi neuroscientifici ai principi del marketing, con influenze dalla psicologia e dalla semiotica dell’interpretazione linguistica e visiva.

Il neuromarketing e la comunicazione persuasiva sono ormai elementi essenziali della nostra comunicazione che diventa sempre più mirata e sempre più in relazione con quelle che sono le risposte neurologiche inconsce del consumatore.

Come spiega Eric Kandell, premio nobel per la medicina, “il compito delle neuroscienze è di spiegare il comportamento in termini di attività cerebrale. E di come quell’attività cerebrale sia influenzata da stimoli esterni.\”

Ecco che il passo al neuromarketing è breve.

È, per primo, un dipendente della General Electric, Herbert Krugman, nel 1960 a misurare la dilatazione delle pupille dei clienti considerandola un indicatore di interesse. Una risposta neurologica diventava un indicatore utile a definire le strategie di vendita ed ecco come nacque il neuromarketing.

Il neuromarketing come disciplina si svilupperà molto più tardi, circa nel 2003, il termine stesso viene coniato nel 2002 da un ricercatore dell’università di Rotterdam.

Lo scopo del neuromarketing è quello di decifrare le migliaia di reazioni del cervello agli stimoli esterni, quindi a qualsiasi forma di comunicazione pubblicitaria soprattutto nel digital marketing.

Lo scopo finale è quello di comprendere in maniera sempre più approfondita il pubblico, di decodificarne i comportamenti, i drive e i trigger, in sostanza, di arrivare alla comprensione dei meccanismi d’acquisto o di decisione.

Il fattore principale su cui si basano le scelte sembra essere quello della \”fluidità cognitiva\” che si basa fondamentalmente su due principi, quello della familiarità e quello della facilità di comprensione che guidano il consumatore nelle sue scelte, soprattutto online. Un consumatore che, durante la giornata, è costretto a prendere migliaia di micro decisioni è necessariamente costretto ad usare la parte irrazionale del cervello, innata, istintiva.

Ecco che, conoscendo le risposte del cervello studiate dalle neuroscienze, siamo in grado di determinare quale colore funzionerà meglio per catturare l\’attenzione, quanto tempo dura lo span di attenzione dell\’utente che guarda un video, (sembrerebbe che una persona si faccia un\’opinione su di un sito nei primi 0,05 secondi!).

In pratica un’analisi dei meccanismi di funzionamento del cervello e del comportamento umano, per arrivare a definire una strategia di comunicazione mirata per ottenere dal consumatore la risposta ricercata attraverso una comunicazione persuasiva e a delle attività , non necessariamente per venere ma per convincere.

Oggi non basta più un’agenzia di comunicazione, i paradigmi del web impongono ancora di più l’utilizzo di copy writing e comunicazione persuasiva.L\’utente dev\’essere coinvolto e toccato da un copy-writing che parla tanto alla sua parte razionale quanto alle pulsioni primordiali delle sue emozioni più intrinseche.

Il marketing e la comunicazione contemporanei non possono più esimersi dal fare riferimento ad una comunicazione che si basi sui principi del neuromarketing e delle neuroscienze, ovvero sull\’attività cerebrale come risposta a degli stimoli esterni.

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